L’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.

(Salmo 49, 21)

E’ questa l’amara constatazione dell’autore del Salmo 49 ed è quello che anche noi sperimentiamo in questi giorni. Ci sembra di essere in un sogno, immersi in una situazione irreale di cui ancora non si vede la soluzione a tempi brevi.

L’isolamento forzato, il “distanziamento sociale” ci ha portato a vivere un rapporto nuovo con lo spazio, sempre più ridotto intorno a noi, e con il tempo, sempre più dilatato e informe, privo dei riferimenti abituali che davano struttura, spesso frenetica, alle nostre giornate.

Ci sentiamo tutti principianti, nella necessità di imparare giorno per giorno modalità nuove di vita e di relazione tra di noi.

E’ un’oggettiva povertà a cui siamo sottoposti, un lungo itinerario nel deserto, che richiama alla nostra mente i quarant’anni del popolo d’Israele in cammino verso la Terra Promessa e i quaranta giorni della Quaresima, vissuti nell’attesa e nel desiderio della gioia pasquale.

E ci rendiamo conto che davvero in questa privazione che sperimentiamo tutto assume un valore e un sapore diverso, rispetto alla “prosperità” in cui eravamo immersi e di cui non ci rendevamo conto: la salute, gli affetti, le relazioni, la possibilità di gestire il nostro tempo e i nostri interessi, tutto ciò che costituiva le nostre giornate e che ora sentiamo carente.

Si tratta di uno sguardo nuovo che siamo invitati ad assumere. Si tratta di passare, come il protagonista del Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima, dalla cecità ad una nuova ed inedita capacità di vedere: “Ero cieco, e ora ci vedo!”, dice a quanti lo interrogano.

Che il Signore ci aiuti ad aprire il nostro sguardo alla salvezza che viene da lui e che rinnovi la nostra vita, anche attraverso questo tempo di privazione e di difficoltà, perché possiamo tornare a lui con spirito rinnovato e crescere nella fiducia in lui, nella condivisione, nell’amore gratuito verso i nostri fratelli.

Ricordiamoci nella preghiera e continuiamo con pazienza e con fede il nostro cammino verso la Pasqua del Signore.

Don Francesco.